En operaclick, algunos aficionados han escrito sobre la señora Hernández y sus Toscas en La Scala:
(…) La Hernández ha riproposto una prestazione felice come nella Gioconda piacentina, mostrando di essere più adatta a questi autori rispetto a Verdi. Il fraseggio è curato e comunicativo, il canto fluido e intonatissimo, il colore interessante specie nell’ottava centrale; in scena è naturalmente elegante, con il dono dato a poche di cantare tenendo le braccia accostate al corpo.
(…) Un mio amico che c’era riferisce di un’Hernandez con grandi mezzi, ma interprete da rifinire.
(…) Nella ripresa video dell' Attila dello scorso anno l'avevo apprezzata, perchè mi ricordava, seppure con le dovute proporzioni, la mia amica e compianta Ghena. Ieri in teatro è stato invece tutto altro effetto. cantare, canta bene, non si discute, le note le emette tutte con facilità, più che discreto il Vissi d'arte, raggiante il Do della lama ecc però qusto soprano non trasmette nulla di nulla, sembra che legga l'elenco del telefono. Non c'è stata una frase, un respiro, un accento che ieri mi abbia lasciato una qualche traccia e non solo a me ma a tutti coloro che mi sedvano accanto, e tanto più tale inerzia interpretativa spiccava a fianco di quei due (almeno ieri) grandi fraseggiatori, in sintesi: una Tosca surclassata da Scarpia nel secondo atto e da Mario nel terzo. Ora, se c'è un ruolo operistico che non basta cantarlo bene è proprio Tosca (ben diversa da Odabella) e infatti anche in passato proprio a Ghena dissi, al termine della sua recita scaligera di molti anni fa, "mi spiace ma di tutte le volte che ti ho ascoltato questa è stata la volta che mi hai coinvolto di meno" e lei, gran donna e grande artista, mi disse "hai ragione". Anche la Dimitrova, e parliamo della DImitrova, infatti la cantò e non bastò... I detrattori della diva russa mi opporranno che la Hernandez è stata più brava qui meno distratta lì ecc ma mi sembra di tornare ai tempi in cui in loggione vi era chi sosteneva, durante le recite della Turandot del 1983, che la Maliponte e Martinucci fossero migliori di Ricciarelli e Domingo perchè secondo i dettami di Celletti del tempo quella tal nota era più giusta...Non è questione di note è che in Tosca ci vuole una grande Artista con grande personalità e capacità di "mettere la firma" in quel che dice e canta e la Netrebko, pur con tutti i difetti, è una delle poche che ancora è inm grado di farlo, e ieri si è capito perchè chi cantava era del secondo cast e non del primo. Aggiungo peraltro che se volume e tecnica sono di primordine, il timbro è poco seducente e le note gravi sono piuttosto sgradevoli. Ma detto ciò, è stata comunque un gran bel pomeriggio anche se... "alla cantata è mancata la diva".
(…) sulla replica di Tosca cantata dalla Hernadez (non c'ero, spero di farcela il 2 gennaio). Mi ritrovo perfettamente, stando al mo precedente ascolto, sulle sue impressioni sull'eccellenza di Chailly, Salsi, Meli. Resto curioso di ascoltare Hernandez, che molto mi piacque in Attila, ma della quale ho avuto qualche dubbio - speculare a quanto scritto da Steccanella - su quanto ha cantato durante il recente recital-Domingo, proprio in rapporto al "canto forte senza fraseggio": il dubbio è venuto anche a me. Peraltro, a proposito di Gioconda, ricordo i commenti unanimemente positivi che ne accompagnarono l'interpretazione data, a suo tempo, nei teatri dell'Emilia Romagna, se non sbaglio è proprio l'opera che l'ha lanciata, l'ingaggio alla Scala per quel ruolo è, in teoria, sensato. Non ci resta che attendere.
(…) Sicuramente alla Hernandez manca quel pizzico di sabbia magica che la Netrebko riesce sempre a mischiare alla polvere del palcoscenico. È un soprano drammatico molto ‘solido’ in ogni caso.
(…) La Hernandez è stata brava ma poco coinvolgente e con dinamica piuttosto limitata.
|