Como sé que al Sr. Delafogs le encanta acudir a los juicios de los grandes críticos para arrojarlos contra las cabezas de los foreros
(recuerden el caso Fleta), le dedico aquí estos extractos de "Il teatro d'Opera in disco" (Celletti)y "L'Opera in CD e video" (Giudici) sobre las prestaciones de Tebaldi y Freni como Desdemona.
“Mirella Freni s’è calata nella tragica inercia e nella stolidità del personaggio con un risultato che a me sembra ottimo. L’A
terra, sì, nel livido fango, unico momento di rivolta, l’è riuscito un po’ troppo flebile, un po’ troppo da Gilda, ma il Salice è splendido e splendida è l’
Ave Maria, con tutte le modulazioni, tutti gli assottigliamenti , tutti i piani, pianissimi e ppp che soltando Karajan riese a strappare , addiritura fino al si bemolle acuto, all’avarizia di sfumature di quasi tutti i cantante italiani di oggi. Ma, poi, la voce è sempre ben timbrata, homogenea, dolce, fluida, sorretta da una tecnica di alti livello. Non capisco tuttavia, il motivo di certi trucchetti (…) (Celletti)
“E Desdemona entra matrona, resta matrona, muore de matrona. Suoni in sé stupendi, assottigliamenti da grande effetto, cavate ricchissime (…) ma anche un’inerzia di fraseggio che, unita proprio alla sfarzosità del timbro, dona una natura irremidiabilmente matura al personaggio, con ciò privandolo del proprio connotato essenziale costituito dall’ingenuità che solo la giovinezza impediste identificare col vuoto mentale” (Giudici sobre la edición de 1954)
“Ugualmente datatissima [como el Otello de del Monaco] appare oggi la Desdemona della Tebaldi , un classico dell’interpretazione di quegli anni ma pure lei cosè sfarzosa (un po’ meno rispetto a sei anni prima), così matronale, così indifferente e sempre uguale a se stessa, da configurare non un pesonaggio teatrale ma una statua in posa classica.
Ma possono amarse un Otello e una Desdemona del genere? Due voci che gareggiano nello scaraventarsi addosso tonnellate di suono, l’uno sempre al máximo del parossismo e l’altra sempre al minimo? Io francamente non riesco a crederlo neppure per un minuto (…) Una Desdemona solemne e alquanto intimidente, stile dama benefica indaffarata tra patronato e politica, che quando scaraventa “non son ci’o che esprime” lo fa in tono cosè altero, matronale e insopprimibilmente frigido da rendere da tutto improbabile la gelosia di Otello” (Giudici sobre la edición de 1960)
Maestros.
Les ahorro las notas de Giudici sobre la Freni, naturalmente encomiásticas: “Scrive una pagina fondamentale nella storia interpretativa dell’opera”
Que lo pasen bien.