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Rigoletto - Audición comentada http://unanocheenlaopera.com/viewtopic.php?f=6&t=7515 |
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Autor: | b [ 18 Ene 2008 12:23 ] |
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Pues no sé si coincido con la crítica italiana o con la belga pero yo también creo que Kraus suele estar más espontaneo y menos "estudiado" en su primera época que posteriormente, pero en la grabación que yo tengo no se acaba de soltar. En el duo con Gilda está estupendo pero en el "Questa quella" está maniatado por la dirección de Molinari Pradelli. Incluso el RE final de la cabaletta esta cantado sin la exuberancia y la facilidad de otras ocasiones. Debutar en el Met siempre impone o, símplemente, sería un día algo menos afortunado que otro. |
Autor: | Gino [ 18 Ene 2008 18:45 ] |
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Elisir d'Amore escribió: Es dificil cantar mejor que lo hace aquí Bergonzi, con tantos matices y contrastes, un fraseo tan exquisito , un cante tan ligado, creo que hace una verdadera creación del Duca.
Una interpretación menos matizada, con un fraseo menos cuidado, que crea un personaje más ensimismado , una pura fantasia que alcanza momentos de divina embriaguez en el aria podría ser esta: http://media.putfile.com/Parmi-veder-le-lacrime Siempre me da la sensación de que L-V sólo fraseaba realmente cómodo desde el fa hacia arriba. En el recitativo resulta un poco falto de cuerpo, pero en cuanto ascendía sonaba como un trompeta. Por eso el aria le favorece. Gran legato y bien matizada. La pena es que no cantara la cadencia de Verdi. |
Autor: | Gino [ 21 Ene 2008 1:06 ] |
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Se escucha a Rigoletto canturreando desde fuera del escenario. Finge indiferencia para no entrar en el juego de los cortesanos mientas ronda por la estancia buscando evidencias de dónde pueden haberla ocultado. Los cortesanos disfrutan con su angustia y se burlan de sus indirectas y sarcasmos. Incluso le responden que el Duque aún está durmiendo. Entra un paje anunciando que la Duquesa quiere hablar con su esposo. SCENA III Marullo, Ceprano, Borsa, altri Cortigiani, poi Rigoletto MARULLO: Povero Rigoletto! RIGOLETTO: (entro la scena) La rà, la rà, la la, la rà, la rà, la rà, la rà la rà, la la, la rà, la rà. TUTTI: Ei vien! Silenzio. (Rigoletto entra la scena affettando indifferenza) BORSA, MARULLO, CEPRANO: Oh buon giorno, Rigoletto... RIGOLETTO: (Han tutti fatto il colpo!) CEPRANO: Ch'hai di nuovo, buffon?.. RIGOLETTO: (contraffacendo Ceprano) Ch'hai di nuovo, buffon?.. Che dell'usato più nojoso voi siete. BORSA, MARULLO, CEPRANO: (ridendo) Ah! ah! ah! RIGOLETTO: (aggirandosi per la scena) La rà, la rà, la la la rà, la rà, la rà, la rà. (spiando inquieto dovunque) (Ove l'avran nascosta?) BORSA, MARULLO, CEPRANO: Guardate com'è inquieto! RIGOLETTO: La rà, la rà, la rà, la rà, la rà, la rà, la rà, la rà, la rà, la rà, la rà. BORSA, MARULLO, CEPRANO: Sì! sì! guardate com'è inquieto! RIGOLETTO: (a Marullo) Son felice che nulla a voi nuocesse l'aria di questa notte. MARULLO: Questa notte!.. RIGOLETTO: Sì... Oh fu il bel colpo!.. MARULLO: S'ho dormito sempre! RIGOLETTO: Ah, voi dormiste!.. Avrò dunque sognato!.. (S'allontana cantarellando, e visto un fazzoletto lo afferra) La rà, la rà, la la, la rà, la rà, la rà, la la. BORSA, MARULLO, CEPRANO: (Ve', come tutto osserva!) RIGOLETTO: (gettando il fazzoletto) Non è il suo. Dorme il Duca tuttor? BORSA, MARULLO, CEPRANO: Sì, dorme ancora. Borsa y Ceprano le contestan con evasivas y Rigoletto comprende de repente que Gilda está con el Duque. “Si perdiste tu amante búscala en otro lugar”, ríen los cortesanos. El Bufón revela: “¡Quiero a mi hija!” e intenta lanzarse contra la puerta del dormitorio, pero le bloquean el paso. Rigoletto los impreca en un feroz arioso e invoca (como Monterone) la mano justiciera del padre que defiende el honor de su hija. En vano, pues no puede superar por la fuerza a sus enemigos. Se derrumba, incluso apela al supuesto buen corazón de Marullo y finalmente suplica su compasión en un cantabile de enorme patetismo. SCENA IV Detti e un Paggio della Duchessa PAGGIO: Al suo sposo parlar vuol la Duchessa. CEPRANO: Dorme. PAGGIO: Qui or or con voi non era?.. BORSA: È a caccia... PAGGIO: Senza paggi!.. senz'armi!.. BORSA, MARULLO, CEPRANO: E non capisci che per ora vedere non può alcuno?.. RIGOLETTO: (che a parte è stato attentissimo al dialogo, balzando improvviso tra loro prorompe) Ah! ella è qui dunque!.. Ella è col Duca!.. BORSA, MARULLO, CEPRANO: Chi? RIGOLETTO: La giovin che sta notte al mio tetto rapiste... Ma la saprò riprender... Ella è la... BORSA, MARULLO, CEPRANO: Se l'amante perdesti, la ricerca altrove. RIGOLETTO: Io vo' mia figlia... BORSA, MARULLO, CEPRANO: La sua figlia!.. RIGOLETTO: Sì... la mia figlia... D'una tal vittoria... che?.. adesso non ridete?.. (corre verso la porta, ma i cortigiani gli attraversano il passaggio) Ella è la!.. la vogl'io... la rendete. Cortigiani, vil razza dannata, per qual prezzo vendeste il mio bene? A voi nulla per l'oro sconviene!.. ma mia figlia è impagabil tesor. La rendete... o se pur disarmata, questa man per voi fora cruenta; nulla in terra più l'uomo paventa, se dei figli difende l'onor. (si getta ancora sulla porta che gli è nuovamente contesa) Quella porta, assassini, assassini, m'aprite, la porta, la porta, assassini, m'aprite. (lotta alquanto coi cortigiani, poi torna spossato sul davanti della scena) Ah! voi tutti a me contro venite!.. (piange) tutti contra me!.. Ah!.. Ebben, piango... Marullo... signore, tu ch'hai l'alma gentil come il core, dimmi tu dove l'hanno nascosta?.. È là? non è vero? ... tu taci!.. ohimè! (piange) Miei signori.. perdono, pietate... al vegliardo la figlia ridate... ridonarla a voi nulla ora costa, tutto al mondo è tal figlia per me. Escena de Rigoletto. |
Autor: | Gino [ 21 Ene 2008 13:06 ] |
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Gilda sale de la habitación del Duque y corre junto a su padre. Éste no comprende hasta que ella exclama: “Ah, la deshonra, padre mío”. Rigoletto, amenazante, despide a los coresanos que salen de escena con un pequeño coro burlón cuyo acompañamiento tiene algo de paródico. SCENA V Detti e Gilda ch'esce dalla stanza a sinistra e si getta nelle braccia del padre GILDA: Mio padre! RIGOLETTO: Dio! mia Gilda!.. Signori... in essa... è tutta la mia famiglia... Non temer più nulla, angelo mio... (ai Cortigiani) fu scherzo!.. non è vero? Io che pur piansi orrido... (a Gilda) E tu a che piangi?.. GILDA: Ah l'onta, padre mio... RIGOLETTO: Cielo! Che dici? GILDA: Arrosir voglio innanzi a voi soltanto... RIGOLETTO: (rivolto al Cortigiani con imperioso modo) Ite di qua, voi tutti... Se il duca vostro d'appressarsi osasse, ch'ei non entri, gli dite, e ch'io ci sono. (si abbandona sul seggiolone) BORSA, MARULLO, CEPRANO: (tra loro) Coi fanciulli e co'dementi spesso giova il simular. Partiam pur, ma quel ch'ei tenti non lasciamo d'osservar. (partono) Solos, Gilda narra en una melancólica aria cómo se enamoró del joven desconocido al que veía todas las fiestas en la iglesia. Su relato se detiene en la aparición engañosa del Duque la noche anterior y el secuestro por parte de los cortesanos. Para Rigoletto es suficiente: lamenta la fatalidad que ha arruinado sus esperanzas de elevar a su hija por encima de la infamia donde él se ha hundido. Destrozado, ofrece el consuelo del llanto a Gilda en un nuevo dúo cargado de patetismo. SCENA VI Rigoletto e Gilda RIGOLETTO: Parla... siam soli... GILDA: (Ciel dammi coraggio!) Tutte le feste al tempio mentre pregava Iddio, bella e fatale un giovine offriasi al guardo mio... se i labbri nostri tacquero, dagl'occhi il cor, il cor parlò. Furtivo fra le tenebre sol ieri a me giungeva... Sono studente, povero, commosso mi diceva, e con ardente palpito amor mi protestò. Partì... il mio core aprivasi a speme più gradita, quando improvvisi apparvero color che m'han rapita, e a forza qui m'addussero nell'ansia più crudel. RIGOLETTO: Ah! (da sè) (Solo per me l'infamia a te chiedeva, o Dio... ch'ella potesse ascendere quanto caduto er'io... Ah presso del patibolo bisogna ben l'altare!.. ma tutto ora scompare... l'altare... si rovesciò!) (a Gilda) Piangi! piangi fanciulla, fanciulla piangi... scorrer, scorrer fa il pianto sul mio cor. GILDA: Padre, in voi parla un angel per me consolator. RIGOLETTO: Compiuto pur quanto a fare mi resta... lasciare potremo quest'aura funesta. GILDA: Sì RIGOLETTO: (da sè) (E tutto un sol giorno cangiare potè) Rigoletto tiene intención de huir con su hija. Los guardias atraviesan el salón con Monterone, a quien se hace pagar la afrenta al Duque con la cárcel. El anciano se detiene ante un retrato del libertino e invoca la maldición que no ha visto cumplida. Rigoletto decide unir su venganza a la del noble. Es una vibrante cabaletta a dos voces en la que el bufón anticipa la salvaje alegría del castigo y Gilda aún encuentra amor para suplicar piedad para el Duque. SCENA VII Detti, un usciere e il Conte di Monterone che attraversa la scena fra gli alabardieri USCIERE: (alle guardie) Schiudete... ire al carcere Monteron dee. MONTERONE: (fermandosi verso il ritratto del Duca) Poichè fosti invano da me maledetto, nè un fulmine o un ferro colpiva il tuo petto, felice pur anco, o duca, vivrai!... (esce fra le guardie dal mezzo) RIGOLETTO: No, vecchio t'inganni... un vindice avrai! SCENA VIII Rigoletto e Gilda RIGOLETTO: (con impeto volto al ritratto) Sì, vendetta, tremenda vendetta di quest'anima è solo desio... di punirti già l'ora saffretta, che fatale per te tuonerà. Come fulmin scagliato da Dio, te colpire il buffone saprà. GILDA: O mio padre, qual gioja feroce balenarvi ne gl'occhi vegg'io!.. Perdonate, a noi pure una voce di perdono dal cielo verrà, (Mi tradiva, pur l'amo, gran Dio! per l'ingrato ti chiedo pietà!) (escono dal mezzo) Escena y aria "Tutte le feste" Escena y Finale II |
Autor: | Spinoza [ 21 Ene 2008 13:22 ] |
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Es estremecedor el acento lacrimoso con que Macneil pronuncia, progresivamente, los "la-ra, la-ra" que siguen al "avró dunque sognato"; lo mismo en el "non e il suo". Un nivel de matización a la altura de Dieskau en estudio. |
Autor: | Gino [ 22 Ene 2008 17:25 ] |
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En efecto, fue puliendo el personaje en los pequeños detalles. |
Autor: | Geppin [ 22 Ene 2008 18:40 ] |
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Partitura versus tradición ... Uds. también están en contra de los "No" que pronuncia Rigoletto durante la intervención de Gilda en la vendetta ??? a mi, personalmente, me encantan |
Autor: | Gino [ 22 Ene 2008 18:44 ] |
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Depende de cómo se digan. |
Autor: | Stiffelio [ 23 Ene 2008 0:31 ] |
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Geppin escribió: a mi, personalmente, me encantan
+1 |
Autor: | Gino [ 23 Ene 2008 19:25 ] |
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Acto III Se desarrolla en las afueras de Mantua, en una taberna medio ruinosa donde Sparafucile ejecuta sus trabajos. La escena está dividida entre el interior de la taberna y la calle. Rigoletto aguarda fuera con Gilda. La ha traído al lugar para intentar desengañarla y que olvide su amor por el Duque. Entra el Duque, a quien se ha tendido la trampa usada por Sparafucile con una falsa cita amorosa. Gilda y Rigoletto pueden observar todo a través de una grieta de la casa sin ser vistos. SCENA I Deserta sponda del Mincio. A sinistra è una casa a due piani, mezzo diroccata, la cui fronte, volta allo spettatore, lascia vedere per una grande arcata l'interno d'una rustica osteria al pian terreno, ed una rozza scala che mette al granaio, entro cui, da un balcone senza imposte, si vede un lettuccio. Nella facciata che guarda la strada è una porta che s'apre per dietro; il muro poi è sì pieno di fessure che dal di fuori si può facilmente scorgere quanto avviene nell'interno. Il resto del teatro rappresenta la destra parte del Mincio, che nel fondo scorre dietro un parapetto in mezza ruina; al di là del fiume è Mantova. È notte. Gilda e Rigoletto, inquieto, sono sulla strada. Sparafucile nell'interno dell'osteria, seduto sopra una tavola, sta ripulendo il suo cinturone senza nulla intendere di quanto accade al di fuori. RIGOLETTO: E l'ami? GILDA: Sempre. RIGOLETTO: Pure tempo a guarirne t'ho lasciato. GILDA: Io l'amo. RIGOLETTO: Povero cor di donna!.. Ah il vile infame!.. Ma ne avrai vendetta, o Gilda... GILDA: Pietà, mio padre... RIGOLETTO: E se tu certa fossi ch'ei ti tradisse, l'ameresti ancora? GILDA: Nol so... ma pur m'adora. RIGOLETTO: Egli! GILDA: Sì. RIGOLETTO: (la conduce presso una delle fessure del muro, ed ella vi guarda) Ebben, osserva dunque. GILDA: Un uomo vedo. RIGOLETTO: Per poco attendi. El Duque exige vino y una habitación. Con la familiaridad del que se ha visto en situaciones parecidas muchas veces, dedica una canción a la inconstancia de las mujeres y los placeres que proporcionan. SCENA II Detti e il Duca, che, in assisa di semplice ufficiale di cavalleria, entra nella sala terrena per una porta a sinistra. GILDA: (trasalendo) Ah padre mio! DUCA: (a Sparafucile) Due cose, e tosto... SPARAFUCILE: Quali? DUCA: Una stanza e del vino... RIGOLETTO: Son questi i suoi costumi! SPARAFUCILE: Oh il bel zerbino! (entra nell'interno) DUCA: La donna è mobile qual piuma al vento, muta d'accento e di pensiero. Sempre un amabile leggiadro viso, in pianto o in riso, è menzognero. È sempre misero chi a lei s'affida, chi le confida mal cauto il core! Pur mai non sentesi felice appieno chi su quel seno non liba amore! |
Autor: | Geppin [ 24 Ene 2008 1:13 ] |
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... veo que D: Gino está siguiendo una versión censurada del libretto; parece ser que en vez de: " Una stanza e del vino ... " el Duca, en verdad, le dice a Sparafucile : " La túa sorella e del vino ... " Cosas de la ya comentada censura que sufrió la obra |
Autor: | Gino [ 24 Ene 2008 1:22 ] |
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Hmmm, tengo la edición de Mondadori y pone "Una stanza e del vino". de hecho es lo que se canta en todas las versiones escuchadas... Pero el caso es que me suena lo que dice, no sé si es un cambio de alguna representación de éstas que le enmiendan la plana al creador de la obra. A ver si alguien lo aclara... |
Autor: | Varlaam [ 24 Ene 2008 1:39 ] |
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Creo recordar que en una edición moderna que vi (una revisión de Ricordi hecha por la universidad de Chicago) aparecía esa frase que menciona Geppin "Tua sorella e del vino", aunque quizá es de esas cosas en las que a veces se prefiere seguir la letra instalada en la tradición. Desgraciadamente, no dispongo ahora de esa partitura. Personalmente, lo de "Tua sorella e del vino" me parece un pelín torrentesco para el personaje del duque, y creo que la situación se va a entender bien aunque se diga "una stanza". (¿Estaré hoy con el MODE Puritani ON?) |
Autor: | b [ 24 Ene 2008 10:13 ] |
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Efectívamente lo de "Una stanza e del vino" es la versión censurada. El pavo quería la stanza pero con la hermana en el mismo lote. |
Autor: | Gino [ 24 Ene 2008 10:30 ] |
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Gracias. No había encontrado nada de esto en "The Operas of Verdi", de Julian Budden. |
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