Os introduzco la opinión de "La Grisi", como preámbulo...
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Il mito della primadonna: Maria Stuarda
"Dalla ripresa del Maggio Musicale fiorentino 1967
Maria Stuarda è rientrata, quasi stabilmente, in repertorio. Specie in quello di primedonne, giustamente desiderose di mettere in rilievo le proprie qualità e di poco fantasiosi direttori artistici di teatro, i quali si illudono che per fare novità si debba proporre la cosiddetta trilogia Tudor.
Mai Donizetti pensò ad una trilogia né tanto meno impresari e direttori di teatro coevo al maestro. E poi
Bolena ed in parte
Devereux sopravvissero per anni, mentre la
Stuarda conobbe, come moltissime altre produzioni donizettiane, immediato oblio.
Se poi devo esprimere la mia opinione, per quale che vale, la mie preferenza va, piuttosto che alle regine, alle duchesse donizettiane in primo luogo
Maria di Rohan e
Lucrezia Borgia. Opere queste ultime di lunghissima sopravvivenza nel repertorio. Anzi mai sparite.
La tiepida accoglienza e la rapida sparizione della Stuarda è frutto della debolezza del libretto dove le due regine si incontrano ( e ciò secondo Schiller e contro la storia), ma a parte la famose apostrofe non hanno la possibilità di un vero scontro vocale e il terzo atto è per la più parte occupato da Maria, prima confidente con Talbot e poi, debitamente emendata dai terreni errori, pronta al patibolo, da martire o quasi.
Il limite drammaturgico è pregio assoluto se la Stuarda di turno è una vera grande assoluta primadonna con tutti i sacri crismi vocali, tecnici ed interpretativi. In assenza di queste qualità le caratteristiche drammaturgiche di Maria Stuarda si trasformano in armi a doppio taglio con conseguente affossamento del personaggio e dell’opera che sulla protagonista si regge per buona parte.
Tutte le prime donne del dopo Callas si sono gettate nella mischia.
[...]
Va premesso che
Maria Stuarda è parte più da soprano usurpato che da soprano assoluto dalla scrittura, quindi, marcatamente centrale, caratteristica più evidente nella versione per Maria Malibran, fondamentalmente spianata, (se si esclude la cabaletta della sortita, specie nella versione Malibran) propensa ad esprimersi con le “cantilene” tipiche del melodramma italiano dopo Rossini e prima di Verdi. In Stuarda, quando “ a cantilene” siamo quasi al record .
Tutte caratteristiche che non sono proprio le stesse voci delle maggiori Stuarde.
E chiaro quindi, che il successo la fama di grande interprete si acquista con i fraseggio analitico e con l’intervento sul testo dove consentito e in alcuni casi dove opportuno."
Lástima que Callas no la pudiera cantar ya...Habría sido el acabose...
Palabras sean estas que introduzcan la ópera, cómo se escribió, la elección de Donizetti, los problemones que tuvo...Todo esto y más, en seguida...