Fecha actual 28 Mar 2024 20:11

Todos los horarios son UTC + 1 hora [ DST ]




Nuevo tema Responder al tema  [ 196 mensajes ]  Ir a página Anterior  1 ... 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12 ... 14  Siguiente
Autor Mensaje
 Asunto:
NotaPublicado: 10 Ago 2010 9:41 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 18 Dic 2007 10:03
Mensajes: 2053
Ubicación: Madrid
Menudo bochornoso contraste entre el legato de Bruson y lo que hace Elena Zilio que no liga ni pagando. Pero es que ni una nota!. Brrrrr.

Precioso en este sentido el contraste que hace Bruson en cada arco sonoro entre las notas ligadas del comienzo y las que canta stentato al final. Eso sí, apuradito el agudo final y los graves del principio de su primera escena con coro, Bruson.

Aunque a mi con ese maravilloso decir... como si escupe.


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 10 Ago 2010 10:53 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 30 Dic 2005 13:54
Mensajes: 13465
Ubicación: Madrid
Sí, es lo que yo denominaba "meditación trascendental" de la señora Zilio.

Crónica del estreno de Beatrice di Tenda en Bolonia, tras la muerte de Bellini:

BOLOGNA. Gius Teatro. — beatrice di Tenda , parole di Romani, musica di Bellini. — Filippo Maria Visconti, signor Ronconi; Beatrice , signora Mazzarelli. Agnese del Maino, signora Aman.; Orombello, signor Morini, Anichino , signor Profili.

14 novembro — Se la fatal perdita del celebrato Bellini sin dai primi momenti si disse dai bolognesi irreparabile , ben ebbero questi a confermarsene in detta sera, in che, per la prima volta , udirono le patetiche e soavi note della Beatrice, inspirate a quel «omino e dall'animo sublime di Ini, e dalle belle parole del valentissimo Romani, entrambe poi espresse in modo abbastanza degno dui su nominati soggetti. Ci duole di esser stretti dal tempo sì da non potere entrare iu distesi ragguagli ; ma dobbiamo accontentarci di toccare di volo ai pezzi che ebbero plauso straordinario dagli affollati uditori, quivi sommariamente accennandoli.

Lodata l'introduzione con cori ed in impecial modo il cantabile di Filippo : piacque abbastanza il duetto fra Agnese ed Orombello : bella ed applaudita la cavatina di Beatrice; applauditissimo poi il duetto con Filippo, che immediatamente la segue : il bel coro degli Armigeri ebbe pur lode, non che il duellino fra Beatrice e Orombello, cui siegue il gran finale del primo atto, che piacque si fattamente da meritare agli attori tutti una clamorosa chiamata sul proscenio. appena calato il sipario.

La grande scena del giudizio destò l'entusiasmo, e venne da tutti eseguita il bene da non lasciar desiderare da vantaggio, ni Beatrice poteva volgere eoa maggior passione i suoi lamenti ad Orombello, né questi poteva di miglior guisa esprimere il dolore di averla accusato!, innocente.

'Oh! come commossero ogni animo quei pietosi accenti : la soffrii .... soffrii tortura .' . . .

Qui solo avvertiremo il tenero e compassionevole Anichino, che tanto mostrasi commosso ai fieri casi di Beatrice ed agli strazi di Orombello , e che tanto adopera per muovere a pietà l'animo del barbaro ed ingiusto Filippo , di non unir la sua voce a quella dei Giudici, che erompono nei severi accenti. Plausi spontanei, fragorosi, universali susseguirono il bellissimo cantabile di Filippo, che, oppresso dai rimorsi, non ossi segnare la sentenza di morte per colei, cui tutto egli doveva; di codeslo bellissimo pezzo sì chiese ad alle grida e si ottenne la replica; e, calato il sipario, Ronconi fu più volte richiamato in sul proscenio, a mercarvi una lode ben meritata.

Il terzo atto fu per la Mazzarelli un bel campo onde mostrare I' allo suo sentire , che meglio non potevano udirsi espressi quel perdono alla colpevole Agnese, e quei commoventissimi addio alle damigelle ed ai cortigiani, quando suonò per lei l'ora estrema. Il terzetto in cui Orombello , dal carcere, muove l'ultima prece al Cielo , unito ai generosi sensi di Beatrice, ed al sentito rimorso di Agnese, ebbe sì magico effetto che si dovette replicarlo, e Marini, che più non doveva mostrarsi, fu costretto di venire a ringraziare il Pubblico entusiastato, che ad esso lui ed alle compagne mostrava pieno gradimento nei modi i più sentiti ed energici


Un triunfo.

En la época, se solía representar la ópera en tres actos, parando tras la firma de la condena de Beatrice por parte de Filippo.


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 10 Ago 2010 20:17 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 30 Dic 2005 13:54
Mensajes: 13465
Ubicación: Madrid
La siguiente escena de la opera, el duetto entre Orombello y Agnese, sufre cortes tradicionales.

Para empezar, existe una escena anterior, entre Orombello y Anichino, donde se descubre la pasion del joven por Beatrice y el billete de amor que ha recibido (en realidad, el billete procede de Agnese). Esta escena aparece en el libreto en virgolato, pues no llegó a ser musicada por Bellini.

Al inicio de la escena, vemos a Agnese en sus aposentos, y se suprime un pasaje destinado a un arioso, a la manera de Adalgisa en "Sgombra è la sacra selva" :

Verrà - non mente il paggio...
Gioir lo vide, e l'amoroso foglio
Premersi al cor - Oh! sì, verrà. - Ti calma,
Dubbiosa e timid'alma,
Né sospetto ti dia breve dimora;
Forse ogni loggia non è sgombra ancora.
Regna una volta, o sonno... E tu più tardo
Le tenebre a fugar t'affaccia, o giorno


Tambien existe una reflexion de Agnese tras la despedida de Orombello:

Ogni mia speme è al vento...
A vano amore
Sottentrò la vendetta...
Essa, o Filippo,
A te mi getta in braccio - Ah! negli abissi
Mi getti ancora, perché sia punito
Chi mi schernì, purché non resti inulto
Il mio rossore estremo, e il mio cordoglio
Mi fia compenso d'Orombello... un soglio



El libreto resultante:



<pre>

Scena seconda

AGNESE
Silenzio - È notte intorno,
Profonda notte. -Del liuto il suono
Ti sia duce, amor mio.

(Prelude sul liuto, indi si arresta e porge l'orecchio)

Udiamo. - Alcun s'appressa.

(Orombello entra frettoloso, e guardingo. Appena
scopre Agnese si ferma maravigliato e guardando
d'intorno)

OROMBELLO
Ove son io?

AGNESE
Onde così sorpreso?
Inoltrate.

OROMBELLO
Perdono. - Udìa... passando...
Soavi note... e me traea vaghezza
Di saper da che man veniam destate.
Perdono, Agnese...

(Per partire).

AGNESE
Uscite voi? - Restate. -
Sedete.

OROMBELLO
(fra sé)
O ciel!.

AGNESE
Sedete. E fia pur vero
Che curiosa brama
Sol vi spingesse?

OROMBELLO
(fra sé)
Oh! incauto me!

AGNESE
Null'altro desir fu il vostro?

OROMBELLO
E qual, Contessa?

AGNESE
E in quest'ore sì tarde non può forse un core
Vegliar co' suoi pensieri... e sospirando
Confidar al liuto un caro nome...
Il nome d'Orombello?

OROMBELLO
Il nome mio?
Chi mai?

AGNESE
Che val tacerlo? Avvi.

OROMBELLO
(fra sé)
Gran Dio!

AGNESE
Voi fra il ducal corteggio
Non veggo io forse?
Sospirar non v'odo?
Gemer sommesso?...

OROMBELLO
(fra sé)
Oh! che mai sento?

AGNESE
Un giorno
Si riscontrar i nostri occhi intenti e fissi
Egli ama, egli ama, io dissi...
Degno è d'amor, più che non sia mortale...
Più che l'altero suo rival...

OROMBELLO
(alzandosi)
Rivale!

AGNESE
Sì: rival... regnante.

OROMBELLO
(fra sé)
Ciel! che ascolto!

AGNESE
Ma che giova?
Nulla è un regno a core amante:
Più che un trono in voi ritrova...
Ogni ben che in terra è dato
È per essa il vostro amor.

OROMBELLO
(fra sé)
Tutto, ah! tutto è a lei svelato...
Simular che giova ancor?

AGNESE
Non vi basta?...

OROMBELLO
O Agnese!

AGNESE

Un foglio
Un suo foglio non aveste?

OROMBELLO
L'ebbi... ah! sì...
fidar mi voglio...
Nel mio core appien leggeste
Amo, è vero, e in questo amore
È riposto il ciel per me.

AGNESE
(fra sé)
Al piacer resisti, o core.
Chi beato al par di te?

OROMBELLO
Oh! celeste Beatrice!

AGNESE
(con un grido)
Ella!

OROMBELLO
Agnese!...

(correndo a lei sbigottito).

AGNESE
Oh! me infelice!

OROMBELLO
Oh ciel! che feci?

AGNESE
(con disperazione)
Amata ell'è!
Ella amata! ed io schernita!...
Oh crudo afanno!
Io delusa!... ahi crudo arcano!

OROMBELLO

Ah quale inganno
Ti calma Agnese
Ah! pietade... la sua vita,
La sua fama è in vostra mano!

AGNESE
E la mia?... la mia... spietato!
Nulla è dunque agli occhi tuoi?
Ah! L'incendio in me destato
Spegni in pria, se tu lo puoi...
Fa che un'ombra, un sogno sia
La mia pena e. L'onta mia...
Ed allora… allor capace
Di pietà per lei sarò.

OROMBELLO
M'odi, ah! M'odi.. ah! Tu non sei
Né oltraggiata, né schernita.
Per calmarti io spenderei
Il mio sangue, la mia vita...
Ma perdona se costretto
Da potente immenso affetto
Tutto il prezzo del tuo core
Il mio cor sentir non può.

AGNESE
Sventurata! piu ben,
piu pace, piu contento
Io no avro, piu contento.

</pre>




Los personajes de Orombello y Agnese no acaban de estar totalmente perfilados, frente a la noble Beatrice y el malvado y dubitativo Filippo. Sin duda, esto es debido en parte a las prisas de Romani y Bellini por acabar la obra, que entre otras cosas obligó a suprimir un duetto entre Beatrice y Agnese en el segundo acto.

Por otra parte, no existen duettos de amor en la obra. Filippo está enamorado de Agnese, pero le canta un aria a lo Juan Palomo. Agnese está enamorada de Orombello, que está enamorado de Beatrice, que tiene en tal alta estima su honor que no se fija en Orombello.... Así que esta escena es lo mas parecido que encontraremos a ese duetto amoroso.

Cuando Orombello entra en los aposentos de Agnese, siguiendo las instrucciones del billete amoroso, espera encontrarse con Beatrice, de ahí su sorpresa al ver a la condesa. En un espléndido recitativo, donde destaca el delicado canto que representa los pensamientos de Orombello, ambos se deslizan por el fatal error que desatará los acontecimientos. Cuando Agnese hace referencia al "rival regnante", empieza un tempo d'attaco con los sentimientos de Agnese, mientras Orombello cree que la condesa está al tanto de su amor por Beatrice, y confiesa su amor. "Amo e vero", y Agnese inicia el cantabile cantando con abandono "Al piacer, resisti o core",... interrumpido por el "Celeste Beatrice" de Orombello, un puñal que se hunde en el corazón de Agnese.

Una maravillosa modulación donde ambos repiten "la sua vita, la sua fama" constituye el tempo di mezzo, que nos conduce a la cabaletta que cierra la escena, "E la mia?... la mia... spietato!", donde Agnese en un allegro giusto explica que sólo será capaz de sentir piedad si Orombello mata el amor que siente por él. La replica del joven no conmueve a Agnese que le despide furiosa.

La mejor version de este estupendo duetto es la cantada por Josephine Veasey y Luciano Pavarotti en 1966:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=A3mqlcud8RA[/youtube]

Podemos escuchar también a Zilio y Carreras, en 1973:

Escena Segunda - 1

Escena Segunda - 2

Escena Segunda - 2


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 11 Ago 2010 11:25 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 30 Dic 2005 13:54
Mensajes: 13465
Ubicación: Madrid
<center>

Imagen
El Papa Pio IX

</center>


En la agitada situación que vivía Italia en las primeras décadas del siglo XIX, con las voces que se levantaban en favor de la unificación, con el Risorgimento, algunas piezas líricas se convirtieron en auténticos himnos para los movimientos unionistas.

A Bellini le ocurrió con el coro de guerreros del segundo acto de Norma, pero sin duda el principal compositor asociado, voluntariamente asociado además, a esta utilización política de su obra, fue Verdi.

Irónicamente, la elección en 1846 del Papa Pio IX dió nuevos impulsos al movimiento unionista, tanto a los 'neogüelfos' como a su ala liberal. Tal es así, que en 1848 se ofreció durante una representación de Beatrice di Tenda, el final del Tercer Acto de Ernani, cantando "A Pio Nono gloria ed onor" en lugar de "A Carlomagno gloria ed onor".


Laura Alonso:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=HS2s9ADY2Bo[/youtube]


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 11 Ago 2010 16:34 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 03 Ago 2009 0:14
Mensajes: 11894
Mi primer contacto con Beatrice di Tenda fué la transmisión radiofónica de una de esas funciones Scaligeras de 1993 con Gasdia y Frontali.
Desde el primer momento, el aria del barítono "Come t'adoro e quanto" me atrapó. Es difícil imaginar mayor belleza.

Lo de Bruson, de reclinatorio.

_________________
"El canto como la belleza que se convierte en verdad" (Friedrich Schiller)


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 11 Ago 2010 21:57 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 30 Dic 2005 13:54
Mensajes: 13465
Ubicación: Madrid
Mi primer contacto fue una audición de la grabación de Sutherland / Pavarotti, y la mayor impresión fue precisamente la cavatina de Beatrice que comentamos a continuación... aunque cuando escuché el aria de Filippo cantada por un barítono como Dios manda, tuve la misma sensación que el señor Tunner. :P

<pre>

Scena Terza

(Boschetto nel Giardino Ducale. Beatrice esce
correndo; le sue Damigelle la seguono)

BEATRICE
Respiro io qui...
Fra queste piante ombrose,
All'olezzar de' fiori, a me più dolce
Sembra il raggio del dì.

(Siede)

DAMIGELLE
Come ogni cosa
Il suo sorriso allegra,
A voi dolente ed egra
Rechi conforto ancor!

BEATRICE
Oh! mie fedeli!
Quando offeso il suo stelo il fior vien meno,
Più ravvivar nol puote il Sol sereno,
Quel fior son io: così languir m'è forza,
Lentamente perir. - Ah! non è questa
La mercé ch'io sperai d'averti accolto
E difeso, o Filippo,
e al soglio alzato!

DAMIGELLE
Misera! è ver.

BEATRICE
Che non mi dee l'ingrato?

(fra sé)

Ma la sola, ohimè! son io,
Che penar per lui si veda?
O mie genti! o suol natio!
Di chi mai vi diedi in preda?
Ed io stessa, ed io potei
Soggettarvi a tal signor?

DAMIGELLE
(fra sé)
Ella piange.

BEATRICE
(fra sé)
Oh! regni miei!

DAMIGELLE
(fra sé)
Smania, freme...

BEATRICE
(fra sé)
Oh! mio rossor!

(in alta voce)

Ah! la pena in lor piombò
Dell'amor che mi perdé;
I martir dovuti a me
Il destino a lor serbò.
Ma se in ciel sperar si può
Un sol raggio di pietà,
La costanza a noi darà,
Se la pace ne involò.

DAMIGELLE
(fra sé)
Ah! per sempre non sarà
Vilipesa la virtù:
Più contenta e bella più
Dalle pene sorgerà.

</pre>

En 4/4, Mi mayor, allegro, escuchamos la marcha que se nos presentó en el preludio. Empieza a continuación un recitativo "Respiro io qui", en que Beatrice comenta con sus damas de compañía, un coro de sopranos, la desilusión y el dolor que le causa el comportamiento de Filippo, retratados en sus fioriture. Tras un emocionante pasaje en Do mayor, Beatrice inicia en Mi mayor, largo sostenuto, el bellísimo y sentido cantabile "Ma la sola, ohime! son io". En el tempo de mezzo, intercambia un breve diálogo con el coro, para a continuación cantar la cabaletta "Ah!, la pena in lor piombo", que termina con el coro intentando en vano alentarla sobre el futuro.

Esta es una de las escenas mas hermosas de la opera, y de la que grandes sopranos nos han dejado escritas páginas exquisitas. Escuchemos algunas de ellas, y dejémonos embelesar por la musica de Bellini y estas maravillosas interpretaciones:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=PN-aElRd8Pw[/youtube]

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=3tRPArVOfog[/youtube]

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=7MR5-p0Zf50[/youtube]

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Xb-G_U7dPs4[/youtube]

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=lx_4OK5NKsg[/youtube]


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 12 Ago 2010 11:52 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 12 Ene 2010 18:39
Mensajes: 1806
Ubicación: Zaragoza
Mi primer contacto con Beatrice di Tenda es éste. :D
La de ventaja que me llevan.


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 12 Ago 2010 11:59 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 30 Dic 2005 13:54
Mensajes: 13465
Ubicación: Madrid
Le envidio, estimado Loge, quién pudiera volver a escuchar Beatrice por primera vez.

<center>
Imagen
</center>

Carlo Tebaldi-Fores, (Cremona 1793 - Milán 1829), fue el autor, en 1824, del drama Beatrice di Tenda.

En cinco actos, nos presenta la familiar historia de Filippo, Beatrice, Agnese y Orombello. Beatrice, una aristócrata ya madura acostumbrada al ejercicio del poder, se casa con un muchacho ambicioso veinte años menor, que necesita sus riquezas y la fidelidad de sus hombres de armas, soldados al servicio de su anterior esposo, el condottiero Facino Cane.

Filippo se queja de su incapacidad para amar a su esposa:

<pre>

... Amarla
poteva io poi? Madre al contegno, al volto
mi era più consorte, e incestuosi
mi si offrieno al pensier gli amplessi suoi

</pre>

y está enamorado en su lugar de la joven cortesana Agnese. El consejero Riccio (una especie de Yago, que odia profundamente a Beatrice), presiona a Filippo para acusar a la duquesa de adulterio con su joven pariente, Orombello, por quién Beatrice sólo siente un cariño vagamente maternal, y llevarla a juicio, ejecutarla y confiscar sus bienes.

Tebaldi-Fores se toma mucha molestia para demostrar la veracidad de los hechos que dramatiza, citando en un largo prefacio (Notizie sulla tragedia), el testimonio histórico de Andrea Bigli y Pietro Candido Decembrio, secretarios de Filippo Maria Visconti.

El texto es más bien árido y poco inspirado; se centra mucho más en los aspectos políticos, en la lucha por el poder, que en los sentimientos de los personajes. Tampoco tienen un gran desarrollo durante el drama, permanecen más bien como estereotipos.

Lógicamente, éste no era un material que pudiera inspirar a Bellini, así que Romani, con su característica habilidad, hace que Agnese esté enamorada de Orombello y el joven, a su vez, ame a Beatrice. De esta manera proporciona a Bellini las bases para que vuele su imaginación, siempre inclinada a los personajes femeninos y el elemento patético y elegíaco. El conflicto político de la tragedia de Tebaldi-Fores, ha devenido en conflicto sentimental.



Antonella Bandelli:


[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=M7PxhX_eU_k[/youtube]


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 12 Ago 2010 20:57 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 30 Dic 2005 13:54
Mensajes: 13465
Ubicación: Madrid
<center>

Chi non ama Bellini, non ama la musica

Arrigo Boito

</center>



La siguiente escena culmina lo que podríamos denominar el bloque de presentación de la ópera, con el enfrentamiento entre Filippo y Beatrice.

<pre>

Scena Quarta


(Mentre Beatrice si allontana colle sue damigelle,
entrano Filippo e Rizzardo. Ambedue l'osservano
in silenzio da lontano)

RIZZARDO
Vedi?... La tua presenza
Fugge sdegnosa.

FILIPPO
Ove fuggir può tanto
Che non la segua il mio vegliante sguardo?
Va, la raggiungi.

(Rizzardo parte).

Io fremo d'ira ed ardo.
D'esser da lei tradito
Duolmi così? Non lo bramai finora?
Non ne cercai, non ne sperai le prove?


(Beatrice e Filippo)

BEATRICE
Tu qui, Filippo?

FILIPPO
E altrove
Poss'io trovarti, che in segreti luoghi,
Ove misteriosa ognor t'aggiri?

BEATRICE
Sì... non vo' testimoni a' miei sospiri.
E a te celarli io tento,
Più che ad altrui. Troppo ti son molesti
Già da gran tempo.

FILIPPO
Né molesti mai
Stati sarian, se la cagion verace
Detta ne avessi.

BEATRICE
Oh! ben ti è nota... e grave
Più me la rende il simular che fai
Tu d'ignorarla.

FILIPPO
E ch'io la ignori speri?
Non sai che i tuoi pensieri,
E i più segreti, e i più gelosi e rei
Io ti leggo cogli occhi, in fronte, in core?

BEATRICE
Io rei pensieri!!!
e quali?

FILIPPO
Odio e livore.

BEATRICE
Odio e livore! - ingrato!
Né il pensi tu, né il credi,
Duolo d'un cor piagato,
Pianto d'amor vi vedi,
Speme delusa, e smania
Di gelosia crudel.

FILIPPO
Smania gelosa, è vero,
Negli occhi tuoi si stampa...
Ma gelosia d'impero,
Ma d'altro amore è vampa,
Ma l'ira insieme e l'onta
D'un'anima infedel.

BEATRICE
Filippo!

FILIPPO
Sì: spergiura!
Più simular non giova.

BEATRICE
Filippo!

FILIPPO
Ho in man sicura
Del tuo fallir la prova.

BEATRICE
Filippo!!! Basti.

FILIPPO
Trema
La tua perfidia è qui...

(Cava un portafogli).

BEATRICE
Ciel!... violare osasti...
Tu i miei segreti?

FILIPPO
Io... Si.
Qui di ribelli sudditi
Soffri le mire audaci:
D'un temerario giovane
Qui dell'ardor ti piaci...
E a me delitti apponi?
E a me d'amor ragioni?
Oh! Non ti avrei sì perfido
Giammai creduto il cor.

BEATRICE
Questi d'amanti popoli
Voti e lamenti sono.
S'io gli ascoltassi, o barbaro
Meco saresti in trono?
Oh! Non voler fra questi
Vili cercar pretesti.
Se amar non puoi, rispettami...
Mi lascia almen l'onor.
Quei fogli, o Filippo - quei fogli mi rendi.
Infami il tuo nome.

FILIPPO
E tanto pretendi?

BEATRICE
Non farti quest'onta: io sono innocente...

FILIPPO
No, tutto t'accusa: tua l'onta sarà.

BEATRICE
(Supplichevole).
Filippo!

FILIPPO
Ti scosta.

BEATRICE
Tel chiedo piangente...
La morte piuttosto...

FILIPPO
Attendila... va.

BEATRICE
(sorgendo)
Spietato! Codardo! eccesso cotanto
Mi rende a me stessa, impietra il mio pianto:
Paventa lo sdegno d'un'anima offesa,
Il grido d'un core che macchia non ha.
Il mondo che invoco, che io chiamo in difesa,
Il mondo d'entrambi giustizia farà.

FILIPPO
Del fallo cancella, distruggi la traccia...
Annientala; indegna! Poi fremi e minaccia...
Poi vanta costanza, poi spera che illesa
Sarà la tua vita, tua fama sarà.
Il mondo che invochi, che chiami in difesa,
Il mondo d'entrambi vendetta farà!

(Beatrice parte)


</pre>


La escena comienza con un recitativo en La menor, de nuevo en 4/4, entre Rizzardo y Filippo. El consejero trata de convencer al duque del desprecio que le profesa su esposa, mientras Filippo se pregunta si será cierto que Beatrice le traiciona, y se debate entre la ira y la satisfacción ante semejante posibilidad.

En la misma tonalidad, empieza un recitativo con el diálogo entre los esposos, que salta a Sol mayor en el tempo d'attaco, "Duolo d'un cor piagato", donde la melodia que suena en el oboe es un préstamo de Zaira. Puntuado por tres desgarradores "Filippo" de su ultrajada esposa, el duque reclama ser traicionado por Beatrice, tanto políticamente (armando a sus partidarios), como sentimentalmente (ama en secreto a un joven cortesano) y reclama tener prueba de todo ello, con un documento encontrado en los aposentos de Beatrice.

El comienzo del cantabile, en la voz de Filippo "Qui di ribelli sudditi", tiene un sutil cambio de Sol mayor a Sol menor, en la réplica de Beatrice, "Questi d'amanti popoli", que alcanza un momento de enorme tensión musical y dramática en la frase "Se amar non puoi, rispettami...". En el tempo di mezzo, Beatrice dice que prefiere la muerte al deshonor, y su marido le replica con desdén, "Attendila". Culmina la escena una stretta, "Spietato, cordado".


Escuchamos la versión de Bruson y Gulín:

Recitativo

Tempo d'attaco

Cantabile+stretta


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 13 Ago 2010 10:28 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 30 Dic 2005 13:54
Mensajes: 13465
Ubicación: Madrid
<center>
Imagen
Carolina Ungher
</center>

Las arias di baule, una práctica iniciada a finales del siglo XVII, se suele asociar con el XVIII, pero en las primeras décadas del XIX era todavía algo bastante usual en muchos teatros italianos (también en teatros de otros países, naturalmente).

Recordemos que mediante un aria di baule, el cantante, en el siglo XIX generalmente (pero no exclusivamente) la prima donna, o bien sustituía un aria de la obra que se estaba representando por otra de su elección, o simplemente la añadía a la acción sin restar nada de ésta.

Estrellas como la propia Giuditta Pasta, en muchos aspectos en la vanguardia de la corriente en favor de potenciar el drama, tenía la costumbre de finalizar el Tancredi rossiniano con el aria "Il braccio mio conquise" de Giuseppe Nicolini. O Maria Malibrán reemplazaba la última escena de I Capuleti e I Montecchi, de Bellini, por otra procedente de Giulietta e Romeo, de Vaccai. O como muchas cantantes aprovechaban la escena de la lección de canto en Il Barbiere di Siviglia para insertar el aria de lucimiento que consideraban más apropiada.

Naturalmente, la resistencia durante el siglo XIX a aceptar esta tradición intepretativa por parte de los teatros, de casas como Ricordi y de los propios compositores fue en aumento, hasta conseguir su desaparición hacia mediados de siglo.

Lógicamente, Beatrice di Tenda, al ser estrenada en 1833, no tuvo mucho tiempo para participar en este tipo de arreglos, pero sí se vio mezclada en algunas ocasiones, la más conocida cuando Carolina Ungher cantó "Ma la sola, ohimè!, son io" en mitad de una representación de Lucia di Lammermoor, en Trieste.


Mirella Freni:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=whh4L11DZFc[/youtube]


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 13 Ago 2010 13:42 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 03 Ago 2009 0:14
Mensajes: 11894
Esa tradición del aria de baúl fué rescatada, siquiera testimonialmente, por Marilyn Horne en un Barbero representado en Macerata 1980 (disponible en audio y video) cantando "Di tanti palpiti" de Tancredi en la lección de música.

Ese dúo Beatrice-Filippo es otra maravilla y Bruson en el cantabile está excelso. Difícil imaginar voz mas bella, de empaste más noble, legato de mayor clase y fraseo más contrastado a la par que refinado.

_________________
"El canto como la belleza que se convierte en verdad" (Friedrich Schiller)


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 13 Ago 2010 14:07 
Desconectado
Operistic baby
Avatar de Usuario

Registrado: 24 Abr 2008 11:09
Mensajes: 6765
Ubicación: entre flórez valencianas
Andá! Arias de baúl, que interesante.

Tenía en conocido que el aria de la lección de canto en Barbiere se había cambiado alguna vez, y en la época y demás. Pero pensé que era más una cosa tipo "ahora tengo esta cantante, la escena lo da... le cambio un aria" y luego las de hoy se habían acogido a eso (como la versión que dice Tunner).

Pero oye, curioso esto. Se montaban un minipasticcio en ná :rolling:

_________________
AIUTO! viewtopic.php?f=4&p=654258#p654258


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 13 Ago 2010 14:15 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 03 Ago 2009 0:14
Mensajes: 11894
Era una tradición muy asentada cuando mandaban las "primedonne"

La Malibrán impuso literalmente el final de Giulietta e Romeo de Vaccaj sobre el compuesto por Bellini para I Capuleti.

Lo de la Horne fué como algo testimonial el rescatar esa tradición. Es un Barbero en que le acompañan Ernesto Palacio, Leo Nucci y Cesare Siepi. Hay video de la transmisión de la RAI.

_________________
"El canto como la belleza que se convierte en verdad" (Friedrich Schiller)


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 13 Ago 2010 14:21 
Desconectado
Jar Jar Binks
Avatar de Usuario

Registrado: 23 Jul 2007 0:15
Mensajes: 6253
¿Las arie di baule están bien y las dramaturgias de los directores no? :P


Nunca había oído hablar de ello, y me ha apasionado el tema. Gracias Monsieur.


Arriba
 Perfil  
 
 Asunto:
NotaPublicado: 13 Ago 2010 14:29 
Desconectado
Div@
Div@
Avatar de Usuario

Registrado: 30 Dic 2005 13:54
Mensajes: 13465
Ubicación: Madrid
En el siglo XIX era cosa fundamentalmente de la prima donna, en el siglo XVIII era una práctica más común, y también la frecuentaban los castrati.

Por ejemplo, Farinelli gustaba de llevar durante toda su carrera como aria di baule, una composición escrita para él por su hermano Riccardo Broschi, Son qual nave:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=VASEIeewO14[/youtube]


Arriba
 Perfil  
 
Mostrar mensajes previos:  Ordenar por  
Nuevo tema Responder al tema  [ 196 mensajes ]  Ir a página Anterior  1 ... 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12 ... 14  Siguiente

Todos los horarios son UTC + 1 hora [ DST ]


¿Quién está conectado?

Usuarios navegando por este Foro: No hay usuarios registrados visitando el Foro y 52 invitados


No puede abrir nuevos temas en este Foro
No puede responder a temas en este Foro
No puede editar sus mensajes en este Foro
No puede borrar sus mensajes en este Foro

   
     
Powered by phpBB © 2000, 2002, 2005, 2007 phpBB Group
Traducción al español por Huan Manwë para phpbb-es.com